sabato 12 luglio 2008

La metafisica non nega nulla del reale

"La metafisica non nega nulla del reale, ma appare astratta ai più perchè si rivolge all'invisibile (all'intoccabile ecc.ecc.: cioè a ciò che non è percepibile dai sensi comuni) e sembra, così, limitare il proprio campo d'azione alla cosiddetta "speculazione pura".

Invece la "speculazione pura" è quanto vi sia di più lontano dalla metafisica. Non si parla neppure del significato che ha assunto il termine speculare . Restiamo invece allo speculum.

Lo speculum è letteralmente un piccolo antro in cui l'acqua sotterranea riflette. Poi diventa lo specchio.

La visione speculare, il riflesso, non può sostituirsi alla fonte del riflesso: può però nasconderla presentandosi come il solo spettacolo. Ed è in un certo senso il solo spettacolo: costituisce infatti tutto il visibile ( inteso nel senso prima indicato in parentesi). Nel visibile non si nota la struttura reale del tutto, ma soltanto il riflesso di una parte che viene scambiata per l'orizzonte intero. Quale parte? Quella sottomessa alle leggi della fisica - la fìsis- che sono leggi dell'accadimento. Cioè sono vincoli che determinano l'accadere seguendo le leggi di riflessione e rifrazione. Sono, in una parola, i principi cosidetti di causa ed effetto. Dall'effetto si risalirebbe alla causa. Questo fa la speculazione, pura o no.

La metafisica, invece, salta a piè pari dalla percezione al percettore.

Il percettore è invisibile (intoccabile ecc.ecc.). Ma è il Solo che agisce rivolgendo il proprio sguardo al non speculabile, all'irriflettibile. Così facendo conosce se stesso e conoscendo emana e riflette. Altri direbbero crea. Ciò che riflette non è sottomesso a leggi, ciò che riflette è novità pura. Fermiamoci su questo punto.

Ne consegue evidentemente che la distinzione materiale / immateriale non ha senso in quest'ottica, in cui per l'appunto non esiste alcunchè che possa essere chiamato materia. E' perciò che anche un qualcosa di apparentemente materiale ( se si segue beninteso la logica dell speculazione), come un oggetto, un corpo, un luogo e quant'altro di questo genere, può essere in realtà il biglietto da visita del numinoso-luminoso."

Brano tratto dal manoscritto di A.R.M.

7 commenti:

Unknown ha detto...

Ciao. Chi sarebbe A.R.M?

Maurizio Salamone ha detto...

A.R.M. è l'autrice di questo post.

Unknown ha detto...

Percettore è colui che percepisce, dunque, nella sfera metafisica, costui è l'iniziato e non è affatto invisibile come l'articolo afferma. Inoltre l'iniziato conosce direttamente, nell'immediatezza data dall'Intuizione spirituale non mediata dalla mente, le realtà sovrasensibili costituite dai princìpi universali che sono norma della realtà relativa, per questo non arriva alla verità attraverso la speculazione. Alla mente è riservato il compito, però, di tradurre le realtà in questo modo conosciute, senza interpretarle e, naturalmente, lo fa dovendo necessariamente escludere l'Essenziale che, non essendo relativo, non è neppure comunicabile. Chi ha scritto questo articolo della realtà iniziatica sa soltanto il lato esteriore e culturale che si può trovare sui libri, e anche quello l'ha mal compreso.

Maurizio Salamone ha detto...

Non mi sembra che l'articolo affermi l'invisibilità del percettore. Per il resto concordo con commento di vajmax sul fatto che è possibile avere una conoscenza diretta e immediata delle realtà sovrasensibili senza l'intervento delle facoltà speculative. Chi ha scritto questo articolo ha sempre testimoniato nella sua vita l'amore per la verità, la vita e la conoscenza. Magari non ha compreso tutto ma ha molto "vissuto" con pienezza e grandezza la sua vera essenza luminosa. Auguro a tutti di poter incarnare la vera essenza dell'umanità.

Unknown ha detto...

Copio e incollo la frase appartenente all'articolo:
"Il percettore è invisibile (intoccabile ecc.ecc.)"

Unknown ha detto...

L'aver "molto vissuto" non compensa in alcun modo l'assenza di conoscenze e quando la natura di questo conoscere è di un ordine sovra individuale come è la consapevolezza metafisica dei princìpi, l'astenersi dallo scriverne è consigliato perché è meglio ignorare totalmente una o più verità che deformarle, snaturandone il senso a causa del proprio ego, lo stesso che la conoscenza iniziatica è orientata ad annullare.

Unknown ha detto...

L'illuminazione iniziale chiamata iniziazione non accade per meriti, opere compiute o caratura intellettuale, ma per volontà dell'Assoluto. Ricordo che il Guénon scrisse "Il simbolismo della Croce" a poco più di venti anni... mi pare fossero ventitré. Naturalmente, tra le qualificazioni riconosciute indispensabili ci dev'essere un'intelligenza sviluppata adeguatamente, ma non occorre essere dei geni sul tipo di quelli che hanno inventato la bomba atomica o il tappo della coca cola, perché l'intelligenza universale alla quale si ha accesso attraverso l'iniziazione non ha punti in comune con quella individuale che serve soltanto a trasformare in parole le verità viste nell'immediatezza della vista interna.