CHI viaggia nello spirito?
La Divina Commedia, l'Odissea, le fatiche di Ercole, Il mito di Kaidara, il libro della scala di Maometto, non sono altro che metafore del viaggio spirituale.
L'unico vero viaggio che può fare l'uomo durante la sua breve e transitoria esistenza sulla terra.
Il viaggio spirituale si chiama iniziatico perchè nessuno può avere accesso ai reami superiori dell'esistenza senza una guida. Quei poveretti che cominciano da soli cadono nelle innumerevoli trappole dei mondi astrali e si perdono il resto del viaggio.
Ma la domanda interessante è CHI FA QUESTO VIAGGIO?
Non è pura speculazione. Pensiamo che avere le idee più chiare su questo argomento possa evitare molti fastidi.
Anche un bambino capisce che il viaggio non viene fatto con il corpo fisico, anche se esistono tecniche per portare con se il proprio corpo.
Alcuni yoghi abbandonano completamente il corpo fisico ritirando da esso il soffio vitale ma ciò, oltre a essere estremamente pericoloso, è inutile ai fini del viaggio.
Il problema principale dell'umanità e l'eccessiva identificazione con il proprio corpo-mente.
Il modo più semplice e sicuro per fare un viaggio spirituale è MOLLARE L'ATTACCAMENTO AL CORPO-MENTE, invertendo l'attenzione verso l'interno.
Quindi, durante il viaggio si resterà collegati al proprio corpo (il quale continuerà a funzionare normalmente ed automaticamente), ma non lo si percepirà perchè avremo RITIRATO L'ATTENZIONE DAI NOSTRI SENSI.
Arriviamo così al punto centrale della nostra riflessione di oggi. Chi fa il viaggio?
Non è il corpo ma non è neanche lo spirito.
Per spirito intendiamo la parte principiale e trascendente della nostra e di tutta l'esistenza.
E questo ovviamente non può andare da nessuna parte.
Stiamo arrivando all'anima....però questo termine abusato e malcompreso viene interpretato diversamente dalle varie religioni, culture, epoche.
Tenteremo una spiegazione che non usi il termine anima.
L'essere umano sa di essere grazie ad una "qualità" chiamata "senso di Sè" o " Io sono".
Questa qualità può essere raffinata con la meditazione, liberandola dai suoi attributi (io sono così e colà). Quello che resta è puro senso di esistere.
Questa qualità entra in contatto con il soffio vitale universale in un punto preciso.
Quel punto preciso è l'origine del mondo.
In quel punto si assembla la percezione e si crea la realtà di ogni giorno.
Questa creazione ininterrotta ci dà l'apparenza della continuità, ma si tratta di un'apparenza che ha fine quando cadiamo nel sonno profondo.
Nel viaggio spirituale quello che si muove è il punto in cui il senso di sè incontra il soffio vitale.
Muovendosi provocherà nel soggetto l'impressione di essersi spostato in altri mondi, ma in realtà il cambiamento è molto più profondo.
Noi siamo quello che siamo solo quando uniamo il senso del sè al soffio vitale in un punto preciso.
Lo abbiamo sempre fatto e lo ripeteremo fino alla morte.
Ma se questa unione avviene in un punto diverso quello che succederà e un cambiamento non solo del mondo oggettivo ma del soggetto stesso.
Dopo un certo numero di cambiamenti si capisce in maniera definitiva che la persona a cui siamo così legati, che conosciamo da tutta la vita (noi stessi) è solo una delle indefinite possibilità di esistenza del nostro VERO SE'.
I cambiamenti possono essere temporanei o definitivi.
Nel primo caso dopo un periodo inprecisato di tempo si torna come prima e si tende a dimenticare l'accaduto. Nel sencondo caso i cambiamenti sono così profondi che il Soggetto si rifiuterà di tornare alla condizione precedente reputandola troppo limitativa.
Noi siamo i padroni di un grande castello e ci siamo costretti a vivere come pezzenti in uno sgabuzzino freddo e buio.
Che stato miserabile, e quali le nostre possibilità!!
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