giovedì 3 gennaio 2008

L'angolo della poesia: Sheik Ahmadou Bamba



ALLAHU MIN KULLI KARIMI


di Sheikh Ahmadou Bamba, fondatore della Tariqa Mouridia del Senegal




A,L,M, Questa è la Via e non Disputare.
Allah è il più generoso dei generosi,
chi si dirige verso Lui viene elevato e benedetto;
Sottometti a Lui tutto te stesso con fede,
barricati nel fare il bene nel nome del Misericordioso.
Indirizzati a Lui con gratitudine e non rifiutarlo,
e così facendo eviterai il processo finale e i fuochi.


Titolo: A,L,M, Inna ma As sabilu wa la tu giadilu (A,L,M, Segui la Via e non disputare). L’autore ha scelto la parola sabilu (Via) che esprime più profondamente un senso simbolico piuttosto che quello già possibile nella parola tariqa (che può essere anche la strada fisica). Inoltre il termine Via comprende l’intero percorso ed è quindi più estensivo di Tariqa. Il significato della parola Via e quì completamente sovrapponibile a quello di Tao.


Una traduzione più letterale del termine giadal (argomento) sarebbe: Segui la via e non argomentare.


Abbiamo preferito “non disputare" perche rende meglio il senso del seguire con disciplina e completo affidamento. Lo studente (murid) sarà così "sadiku", ovvero nella Retta Via.


Il termine sadiku è estremamente vicino al termine indiano sadaka che indica cului il quale intraprende una disciplina spirituale.
Il titolo puo essere scomposto in tre parti:

Tavola delle corrispondenze

A,l,m, 1° Abiat Hizb 1-20
Innama As Sabilu 2° Abiat Hizb 21-40
Wa la tu giadilu 3° Abiat Hizb41-60

Le tre parti del titolo riassumono innanzitutto i tre versetti di cui è composta la qasida i quali, a loro volta riassumono ognuno un terzo del Corano.
Se consideriamo il Corano formato da tre parti ciascuna di 20 hizb o sezioni vedremo che le tre parti che costituiscono il titolo della Qasida citano testualmente la parte iniziale dei versetti iniziali del primo, quarantunesimo e sessantunesimo hizb. A,l,m, è l’inizio del primo hizb, sura 2 Ayat 1. Troviamo “Innama As-sabilu” nel 21° hizb, sura 9 ayat 92 e “wa la tu giadilu” nel 61° hizb, sura 29 ayat 45.


La frase risultante è una meravigliosa esortazione a seguire la retta Via, quella “siratu l’ mustaqim” della sura aprente Fatiha.
La qasida in se rappresenta quindi un concentrato del santo Corano.

Questo metodo operativo del Kadim Rasulu (il Servitore del Profeta s.a.s) è presente in tutte le sue opere; Sheikh Ahmadou Bamba prende lo spunto da un versetto Coranico o da alcune parole di questo per comporre un intero poema.
I contenuti del poema sono sempre riferiti all’insegnamento Coranico e il poema costituisce nel contempo una esegesi e un approfondimento del contenuto stesso. Egli stesso diceva che uno dei suoi compiti di Guida spirituale consisteva nel rendere più facilmente assimilabile la dottrina islamica fornendo un “cibo” (per l’anima) cotto e più digeribile.

Tavola dei riferimenti

A,l,m, (71) Sura 2, Ayat 171
Innama As Sabilu (465) Sura 9, Ayat 92
Wa la tu giadilu (482) Sura 29, Ayat 45


Nella seconda parte del primo abiat il termine takarramu può significare sia venerazione che elevazione (con la conseguente grazia). Nel secondo Abiat il termine lazama può essere tradotto come “aggrappati” (alla via della retta azione)” oppure più letteralmente “bàrricati nel fare il bene”.


Il senso del discorso è che fare il bene costituisce già di per se uno scudo e una protezione per il credente. Facendo del bene in maniera sincera il credente sara quindi il primo a beneficiarne.
Il bene viene fatto in perfetta umiltà “in nome del Misericordioso”. Il merito va tutto al Signore della Misericordia che rende possibile tutto questo.
Il nome di Allah viene ripetuto 3 volte (2 nel primo e 1 nel secondo abiat)
Nel secondo verso sono contenute 3 triplette che sintetizzano tutto il percorso spirituale del fedele. In particolare sono contenute le parole
IMAN –IISLAM IH°SAN ovvero “, la costruzione della fede, l’abbandono nelle mani di Dio e il perfezionamento.
Una volta Sheikh Ahmadou Bamba mostrò una corrispondenza tra le diacritiche fathah, dammah e shukun e i tre tipi spirituali: ben orientati, confusi e negatori. Segnaliamo la perfetta corrispondenza con i tipi pneumatici, psichici e ilici e, nella dottrina brahmanica dei tipi sattvici, rajasici e tamasici.
Nel terzo ed ultimo abiat sono presenti due triplette contigue composte dalle lettere:
Shin-kaf-ra kaf-fa-ra
Sono possibili più di una interpretazione: Una interpretazione essoterica vedrebbe la contrapposizione tra la “Gratitudine” dei credenti e il “rifiuto” dei miscredenti. Infatti il termine “shukr” significa anche grazie e gratitudine mentre le lettere kaf-fa-ra sono la radice del termine “negatori” e “miscredenti”. In ogni caso esiste una polarità tra un aspetto positivo ed uno negativo.
L’interpretazione esoterica vede invece risolta questa illusoria opposizione facendo riferimento al pranzo sacro dei Ravvicinati (muqarrabin).
Questi hanno superato i limiti della propria individualità e mangiano di un cibo e bevono di una bevanda sconosciuta agli altri uomini e che può essere descritta solo simbolicamente.
Questo cibo e questa bevanda sono più dolci del miele e dello zucchero (non è casuale la vicinanza fonetica tra l’arabo sukr e l’italiano zucchero). Entrambi, sono imputrescibili e come la canfora (kaf-fa-ra) passano allo stato solido a quello gassoso saltando il gradino intermedio del liquido. Più esattamente si trasformano in essenza o profumo (simbolo di una realtà principiale).
Il cibo e la bevanda sono sacri e sacralizzano chi li consuma trasformandoli in esseri immortali. In conclusione quella che sembrava una opposizione irrisolvibile viene ad un certo punto ad essere superata e i due termini da opposti diventano complementari, come sono complementari in un pasto il cibo e la bevanda Segnaliamo a titolo di esempio alcuni sviluppi a cui può portare un’analisi attenta del testo con un approfondimento gematrico:
le prime tre lettere del titolo (alif, lam, mim) danno 71, che sommato alle
le ultime tre lettere del titolo danno (lam waw, alif) 37 = 108.
E’ bello notare che 108 equivale alla parola Haqq (ha, qaf) e quba (qaf, waw, ba) che significano Verità e cupola. Inoltre 37 X 3 da 111 che equivale alle parole qutb (qaf,ta,ba) e alif (alif,lam, fa) che sono il polo e la prima lettera dell’alfabeto. Segnaliamo infine che 108 ovvero 9 x 12 sono i grani dei rosari indù.
Concluderemo le nostre considerazioni con un commento all’ultima parola della poesia ovvero “i fuochi”.


Sheikh Ahmadou Bamba fa riferimento al fuoco dell’inferno ma usa il plurale per suggerire che chi si oppone alla volontà divina comincerà a vivere l’inferno già in questo mondo per poi continuare nell’altro. Parimenti chi accetterà la volontà divina comincerà a gustare le gioie del paradiso in questo mondo per poi continuare nell’altro. E’ un insegnamento che enfatizza molto l’attimo e il presente .

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